Testo Critico di ROSI RANERI – 2011

 

” Bisogna avere in se’ il caos per partorire una stella che danzi…” Friedrich Nietzsche

FRANCESCO VISALLI – Le euritmie del caos

L’arte di Francesco Visalli è incessantemente intrisa della sua personalità e da un temperamento alquanto dinamico e poliedrico, dove la vita stessa diventa un sottosuolo equivalente alle emozioni pittoriche.

Artista che mantiene sempre aperti i caratteri dell’imprevedibilità e dell’evoluzione, permette alla sua energia creativa di sfociare,  proprio adesso, in questi ultimi anni, tutta la sua potenza costruttiva.

Ciascun elemento che si accinge a presentare, ogni sua forma e riflessione, ha da sempre abitato nella sua mente. Tale recente produzione ne racchiude il pensiero e le connotazioni di un’intera  esistenza.   L’ispirazione è adesso libera di sfogare gli impulsi magmatici seguendo le sottili inclinazioni e principalmente un grande intuito, conduttore delle sue scelte. Anche il caos, il caso, insieme a ciò che non è razionale, entrano a far parte delle opere. Una volontà quasi divina, si incontra con l’operato umano.

Prendono forma così le slanciate architetture delle sue idee, che si sviluppano all’interno di << visioni parallele >>: singolari composizioni, dove l’artista si esprime nella sicurezza della grande dimensione e circonda l’osservatore con i suoi scenari, coinvolgendolo sempre più all’interno di queste nuove e << possibili >> esistenze visibili, veritiere e assolute quanto la stessa realtà abituale.

Possiamo definire Visalli un visionario del reale. Non elabora visioni che nascono dal puro frutto dell’immaginazione (cosa che ad esempio troviamo in Hieronymus Bosch, da cui ne riprende il carattere magico e sconvolgente) bensì appartengono alla realtà stessa,  rappresentano altre dimensioni, << alternative >>, come ama definirle l’artista stesso. In questi inesplorati luoghi (dove avvengono compenetrazioni di linee e forme che si succedono spesso in inedite geometrie), si incontrano frammenti di reale, di reminiscenze e di immaginazione. Presente, passato e futuro si evolvono all’interno di un sottile gioco fenomenologico di << accadimenti >>.

Visalli esplicita al meglio la nozione di <<fantastico >> nella letteratura moderna. Nel genere letterario moderno del fantastico teorizzato esaustivamente da Todorov e Ceserani infatti, la comparsa del soprannaturale, l’irruzione di << qualcosa di diverso >>,  si ha proprio dentro la  quotidianità  stessa. Come accade nei racconti di Hoffmann o in quelli di E. Allan Poe e Théophile Gautier, nelle opere di Visalli le entità psicofisiche creano inaspettate <<epifanie>>, che sorprendono l’attenzione giocando con le  nostre percezioni e sicurezze.

Si lasciano aperte inesauribili forme di lettura, giocando con l’intuizione e la distorsione delle entità rappresentate. Alcuni aspetti vengono come decontestualizzati, altri ripetuti o esemplificati sotto altre forme e da linee grafiche che si diramano attraverso originali geometrie. Stravolti nella loro natura d’origine, sembrano  così assumere tutt’altre sembianze: i cieli, distese d’acqua e altre entità composte da cromie differenti (viola, verdi, neri o forme alveolari), o da superfici dove convergono linee provenienti da differenti piani o, ancora, dal rapporto invertito delle scale di proporzioni (Caos cosmico;  Visioni 1, isola del tesoro;  Visioni 3, Ex viale; Infinita storia d’amore; Alba di Madame Chisciotte; La valigia).

Visalli opera visive sperimentazioni concettuali permettendo ai dipinti di perdere la loro staticità, per avvalersi di trasmissioni quasi sonore e percettive di emozioni psicosensoriali.

Tali << incontri >> sono osservabili da differenti punti prospettici creati dall’artista stesso tramite punti di fuga che diversificano il piano di ciascun dipinto. Da infinite possibilità di sguardi e distanze, l’osservatore può così risalire a nascoste << verità >>:  visioni che fanno parte della sua stessa anima. Proprio come accade nella parte inferiore del dipinto Gli ambasciatori Di Holbein (dove il teschio è visibile solamente da un unico punto di considerazione e non da una visione globale e generica), vi è nelle opere di Visalli l’incastro di plurime anamorfosi, dal gusto esclusivamente tutto contemporaneo.

Le opere dichiarano un equilibrato ed eufonico caos, visibile dal punto di vista estetico tramite la sottile eleganza dell’associazione di forme e colori. Si richiamano alla memoria e affiorano sentimenti, nozioni, utopie, vicissitudini ed elementi tra loro distanti e contrastanti, che trovano perfettamente le loro reciproche concatenazioni e accordi. Tutto ciò che è discordante ritrova un luogo ordinato di congiungimento all’interno della rappresentazione generando un elevato senso di armonia, caratteristica principale dei suoi lavori.

Nelle linearità, configurazioni, alternanze e vibrazioni di tonalità cromatiche, si esprime al meglio  l’antitetico vigore cosmico della pittura di Visalli, la quale entra a far parte di un rapporto euritmico con lo spettatore e l’ambiente circostante,  divenendo interattiva mediante la forza di un linguaggio essenzialmente dicotomico. L’artista stesso dichiara l’importanza della circolarità della vita e delle rimembranze che l’attraversano << in una curvatura naturale che tutto raggiunge >>. In  Alba di Madame Chisciotte ammiriamo la personalità estrema della  donna combattente e ritroviamo la simbologia della perfetta unione degli opposti… << diversi come due gocce d’acqua ma capaci di formare un mare >>.

Numerose sono le conciliazioni all’interno dei suoi dipinti (Infinita storia d’amore; Anima gemella). Tutto ciò che è destinato ad essere distante, tuttavia alla fine raggiunge il suo completamento, la sua perfetta unione con ciò che più le mancava, come all’interno dei pezzi di un puzzle, la fine trova se stessa nell’inizio e viceversa.

Allo stesso modo le sue opere rappresentano la sottile ed armonica compenetrazione e l’interazione di uno spirito dionisiaco, composto dallo slancio vitale, l’Es, la parte più entusiasmante, istintiva e caotica, con un formale spirito apollineo che dona una grande bellezza, simmetria e plasticità alla sua pittura.

Del resto, anche gli aspetti tonali più propriamente pittorici assumono un apodittico ritmo di alternanza e combinazioni avvalendosi di contrarietà di vibrazioni e intensità cromatiche.

Visalli, con grande innovazione e sperimentalismo del disegno, dona assoluta padronanza alla costruzione lineare e grafica delle forme,   tramite il bianco della tela che lascia volutamente estremamente intatta. E proprio così infatti, nelle parte del dipinto dove non accade nulla, che si ha l’edificazione della struttura principale di ogni opera.

Le sagome risultano incise da una linea chiara e sottile che ne costruisce gli aspetti delimitandone ed evidenziandone le compenetrazioni cromatiche, realizzate dall’utilizzo di campiture nitide e brillanti. I suoi lavori, esclusivamente realizzati ad olio su tela,  dichiarano codici visivi tonali che suscitano emozione e partecipazione. Spesso l’artista integra rilevanti aspetti materici derivati da lavorazioni a pennello che donano maggior rilievo, combinandovi talvolta sabbia e creando in tal modo esuberanti effetti sperimentali.

L’immagine acquista numerose zone di profondità attraverso variopinte variazioni e associazioni di luci e ombre che vengono così realizzate esclusivamente con l’alternanza della forza bivalente delle campiture, dove ogni colore è puro: il distacco tra i neri, i blu, i viola, i verdi e il calore del giallo, del rosa e del rosso. Anche questo mostra a pieno il temperamento paradigmatico dell’artista stesso, immerso nella contraddittorietà di una vita vissuta in situazioni contrastanti, Eros e Thanatos, corrispondenze e discrepanze, nichilismo e potenza. Colazione da Tiffany ci racconta dell’inconciliabilità delle differenze, che talvolta possono incontrarsi ma non coincidere, come essere e avere.

Nella frammentarietà si esprime l’unicità del suo pensiero. Visalli ritrova nella ricerca degli opposti ciò che più cerca: << volevo morire e non potevo trovare nell’arte morte migliore >>.  La pittura diviene per lui una rinascita, una catarsi, il luogo dove scaricare le spinte pulsionali trasportando verso l’assoluto la sua grande istintività.

Diviene così un nuovo demiurgo orientato nel cammino artistico dalla speranza, dalla positività, dalla ricerca della luce e da un << dissonante >> equilibrio, che ci presenta l’evolversi di sistema dinamico, laddove operano  variazioni infinite di  << possibilità >> visive, intellettive e sensoriali per esprimere il carattere evolutivo della sua poetica artistica, all’interno di una << caosmosi >>.

In Caos Cosmico tale innovazione è estremamente evidente.   Come all’interno dei << capricci pittorici >> veneziani di Canaletto e Guardi, sembra qui di entrare all’interno di una composizione musicale, dove ogni cosa << accade >> e ci sorprende,  concatenandosi in rapporti semantici e  convergenze. E’ un’innovativa concezione della spazialità e della temporalità: differenti parti di tempo si incrociano sulla tela, convogliando da divergenti ricordi e immaginazioni che affiorano all’interno di varie zone spaziali e prospettiche.

Paesaggi, vedute e più scenari vivono così all’interno di una nuova concezione spazio-temporale, dove ritroviamo costruzioni innalzate su differenti pendii, disparità dei livelli di terreni insieme alla profondità di abissi.  All’interno di queste grandi integrazioni scenografiche, ogni entità descritta mantiene una propria solenne maestosità.

Basamenti, arcobaleni, abitazioni, vegetazione, cavalli,  figure umane, ogni  essere  mantiene  la  sua  importanza  e  il  suo   dato  incisivo   di  << funzione >>  all’interno della globalità della rappresentazione.

L’umanità è abilmente interpretata attraverso la linearità del disegno e da una sottile analisi introspettiva che ne ritrae i caratteri fisici, psicologici e anche allegorici. Visalli ritrae le sembianze dell’uomo descrivendole con l’utilizzo del colore nero, rappresentandone la corporeità, il carattere espressamente terreno. Vi è anche in questo, un richiamo lontano all’antichità greca e romana. Si veda ad esempio  la grande entrata trionfale in Visioni 3, ex viale , dove figure imponenti ci invitano ad entrare all’interno di un arcano percorso.

Talvolta l’artista lascia intravedere la perdita del carattere terreno simboleggiando la figura umana con l’utilizzo del bianco (esemplare è per la sua poetica in La valigia è l’abbraccio spirituale, quasi soprannaturale tra i due amanti in basso a sinistra). Nell’opera Osteria il chiarore del corpo lascia intravedere la progressiva perdita del rapporto col terreno per entrare in altre di dimensioni.

Infinita storia d’amore rappresenta la sua grande fede, è un’opera dedicata alla salvezza, alla luce divina che posa i suoi raggi dorati sulla chioma della figura femminile in alto a sinistra.

Visalli assapora nell’arte la libertà che solo la pittura scelta da lui come mezzo espressivo, può offrire. Ogni dipinto diventa un lungo viaggio nell’interiorità e una nuova scoperta. La valigia racchiude il trascorso della sua esistenza, è un’opera che porta sempre con sé. Qui vi è racchiusa la dispersione, che diventa la totalità della sua vita.

Occorre avere dentro se stessi l’energia della dissonanza per creare la forma e l’equilibrio, come la luce ha origine solamente tramite la dissolvenza dell’oscurità.

Grazie a un elevato desiderio di << volontà di potenza >>, Visalli si avvale così di un’energia creativa per creare opere che continuamente ci sorprendono e  che mantengono il loro concetto di unicità dell’opera d’arte: la perduta aura di Walter Benjamin.