INSIDE MONDRIAAN

INTRODUZIONE AL PROGETTO

Trasposizione materica di una visione astratta – dalla Pittura all’Architettura

di Carolina Lio – ( 2014 )

Nel 2011 Francesco Visalli vede una retrospettiva di Piet Mondrian (Pieter Cornelis Mondriaan) al Vittoriano di Roma e resta colpito dal titolo  “L’armonia perfetta”. In realtà, trova in tutta la mostra – e in generale in tutto il lavoro del maestro olandese – una straordinariamente semplice eppure rivoluzionaria perfezione delle forme, degli equilibri, dei bilanciamenti dei colori così come dei pieni e dei vuoti. Da questa fascinazione improvvisa nasce il progetto “Inside Mondriaan”, un progetto concettuale di ricerca.

Si tratta soprattutto di uno studio teorico e tecnico in cui Visalli prende in considerazione un corpus selezionato di 47 opere di Mondrian appartenenti al suo periodo astratto e quindi realizzate tra il 1917 e il 1944. Attraverso una serie di variazioni sul tema, tese a entrare all’interno della dinamica di costruzione di quelle opere specifiche, arriva all’elaborazione di 340 visitazioni. Queste esistono, in una prima fase, solo in versione digitale con l’intenzione di materializzarle in altrettanti dipinti e di poi trasporle su un piano tridimensionale realizzato in dimensioni  esponenziali, passando dal modello scultoreo all’installazione monolitica fino ad arrivare alla progettazione architettonica. Lo studio può essere applicato anche al design, ma tenendo presente che le infinite e varie applicazioni di realizzazione sono pur comunque sempre secondarie al vero e proprio intento del progetto, che si presenta come studio concettuale delle dinamiche spaziali e cromatiche di Mondrian e delle grammatiche compositive del movimento De Stijl applicate a una dimensione contemporanea.

I punti di partenza per la costruzione dello studio di “Inside Mondriaan” sono stati l’aver constato che Mondrian è andato progressivamente verso una semplificazione delle sue opere, cercando l’armonia nell’essenzialità, e l’aver determinato la regola principale delle sue opere più mature e bilanciate: il reticolato di linee nere, rette, orizzontali e verticali che si intersecano creando dei piani spaziali che restano vuoti o riempiti esclusivamente dai tre colori primari (giallo, rosso e blu). Gli interventi di Francesco Visalli vanno nella direzione di voler esplorare questa purezza ed elementarietà, creando delle opere che ripercorrano in senso inverso il percorso di pulizia ottenuto da Mondrian. Attraverso inversioni cromatiche, distorsioni, stratificazioni e graduazioni, ne immagina una faccia al negativo e cerca di andare a ritroso in una ipotetica storia di ciascuna opera, ripercorrendo all’inverso la semplificazione ottenuta da Mondrian e cercando in modo quasi alchemico e matematico le “formule” delle sue composizioni perfette e basiche.

Lo studio inizia dall’opera base che Visalli denomina “00”, ovvero la stessa vista al Vittoriano e da cui scaturisce l’idea del progetto: “Composizione con grande piano rosso, giallo, nero, grigio e blu” del 1921. E’ la prima immagine che rielabora al computer, la prima delle 47 opere che analizza seguendo un corpus di azioni precise: esplorare, studiare, penetrare, invertire, distorcere, trasformare. Ogni opera viene ingrandita con elaborazioni concepite a dimensione doppia dell’originale e scissa nelle sue due componenti principali: i piani di colore e il reticolo geometrico. A questo punto, le operazioni compiute per creare le variazioni di ciascuna opera rispettano un iter preciso in nove passi.

  1. Il distacco del reticolo geometrico dalla tela, creando la proiezione di un’ombra sul piano sottostante.
  2. L’inversione cromatica dell’opera, un risvolto interno dove il bianco diventa nero e viceversa, il rosso diventa verde, il giallo si trasforma in violetto e il blu in arancio.
  3. L’azzeramento della saturazione dell’opera, annullando completamente il cromatismo dell’opera e del suo rovescio e trasformandolo in gradazioni di grigio partendo dall’assunto della fisica che i colori non sono altro che frequenze soggette alle nostre percezioni fisiche e che, di conseguenza, non esistono in quanto qualità proprie degli elementi.
  4. La distorsione del reticolo geometrico in linee curve attraverso una “distorsione circolare” che parte dal centro e sfuma raggiungendo gli angoli esterni delle opere, sia mantenendo il colore originale sia applicando l’effetto sul suo opposto cromatico.
  5. L’unione del terzo e del quarto punto, ovvero la distorsione circolare applicata alle opere in gradazione di grigio.
  6. Lo svuotamento totale del colore sulle opere distorte con la sola presenza del bianco e del nero, più la loro inversione.
  7. Il ripristino nel punto 6, e quindi nell’opera svuotata di colore, della distorsione in reticolo geometrico.
  8. La rimozione dei piani del bianco e del nero, immaginando di bucare l’opera e di ottenere una struttura vuota costituita dal reticolo geometrico evidenziato da un’ombreggiatura che rimarca l’idea del vuoto interno.
  9. La reintroduzione del colore che viene come incassato nella struttura forata, mentre gli spazi originariamente bianchi restano come spazi vuoti.

E’ da quest’ultimo punto che ogni ulteriore evoluzione – o involuzione – abbandona necessariamente la parte pittorica e incontra realmente il lato tridimensionale. Questo smette di essere una pura impressione visiva data dalle ombreggiature per prendere corpo in un vero e proprio oggetto scultoreo o addirittura architettonico. Visalli infatti duplica le dimensioni di questi corpi fino a immaginare un’ipotetica città costruita con le leggi del De Stijl, una città come quella che potrebbe essere esistita in una visionarietà di Mondrian, che potrebbe avergli fatto da modello e che egli ha ritratto in passi successivi, sempre più semplificati, fino ad arrivare ad una basilarità disarmante e perfetta.

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Tramite il progetto “Inside Mondriaan”, quindi, l’intento di Francesco Visalli è quello di ricostruire a ritroso questa soluzione, ripercorrendo le orme di Mondrian in una sua proposta di percorso, cercando di ricreare a livello progettuale il suo processo di pulizia dell’oggetto e della forma, razionalizzando e mettendo sotto forma di equazione l’armonia raggiunta dalle opere studiate.

Fin qui la sintesi del progetto per quanto attiene alla ricerca in ambito pittorico e alla proiezione della stessa verso applicazioni tridimensionali, mediante la trasposizione materica della originaria visione astratta. Successivamente, con testi separati, saranno analizzati più nel dettaglio le componenti sperimentali sotto forma di sculture ed installazioni. Mentre la parte architettonica è in via di sviluppo.

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