Ottavo ed ultimo passaggio, è stato quello di ripartire dal precedente inserendo nuovamente i piani di colore originari, lasciando solo l’impronta del reticolo.

I piani, che in origine non erano colorati, restano “forati”. Mentre quelli nei tre colori primari, hanno una piccola ombreggiatura, come se fossero leggermente incassati nella tela.

Anche in questo caso vengono mantenute le due opere opposte.

La medesima trasformazione, così come le precedenti, l’ho applicata anche a tutte le altre opere selezionate.

Vorrei però sottolineare una particolarità nell’applicazione di questo ultimo passaggio, in merito alle opere che vanno dal n.36 al n.46

In queste sono presenti alcuni piccoli campi di colore non contornati da linee nere, come se non fossero intrappolati nello schema, ma liberi di muoversi.

Accade quindi che i campi di tela posti intorno a questi tasselli colorati, non prevedono la “bucatura stilizzata”.

Ne deriva, come risultato, che tali tasselli appaiono come delle fessure, delle finestre sulla facciata di un edificio moderno di architettura razionale.

Meglio ancora, direi che il risultato ottenuto è la esemplificazione, in forma stilizzata, dello spirito sul quale si fonda il movimento “De Stijl”. Un quadro di Mondrian, infatti, può essere senza dubbio utilizzato come immagine architettonica di un edificio.

A tal proposito, non escludo in futuro, di tentare anche la realizzazione di opere scultoree che riproducano nelle tre dimensioni le immagini che qui ho elaborato, in particolare quelle di quest’ultimo passaggio.